Il compositore francese, celebre in tutto il mondo per la sua opera lirica «Carmen», è mancato centocinquant’anni fa appena trentaseienne, senza essere stato testimone dell’enorme successo dell’opera ambientata a Siviglia.
Georges Bizet nasce il 25 ottobre 1838 a Parigi, in una famiglia dedita alla musica. Sua madre è pianista, ed è lei a insegnare i primi rudimenti dello strumento a Georges fin dalla tenera età; suo padre è docente di canto come uno dei suoi zii, François Delsarte, specialista di Christoph Willibald Gluck celebre in tutta Europa.
Primi passi musicali
A nove anni Georges, figlio unico, fa il suo ingresso nel Conservatorio di Parigi, dove otterrà un primo premio di pianoforte nel 1851 e un secondo premio nel 1852. A questo studio si aggiungerà poi quello dell’organo (con un primo premio nel 1854 e un secondo premio nel 1855) e quello della composizione, con Fromental Halévy, autore di numerose opere liriche. A soli diciassette anni compone la sua prima sinfonia: il brano è riscoperto negli archivi del Conservatorio solo nel 1933 ed eseguito per la prima volta a Basilea nel 1935. A diciannove anni fa il suo esordio nella lirica producendo un’operetta, «Le Docteur Miracle», che viene eseguita il 9 aprile 1857. A questa fa subito seguito la cantata «Clovis et Clotilde», che gli vale il prestigioso prix de Rome e un soggiorno di tre anni alla Villa Medici, sede romana dell’Accademia di Francia. Questo soggiorno si rivela importantissimo per il giovane, che può finalmente vivere libero e affrancarsi dalle regole severe, scolastiche e materne, alle quali è sempre stato sottoposto.
Affermazione in Francia
Una volta tornato in Francia, inizia la sua carriera nell’insegnamento e nella composizione, componendo nel 1863 per il Théâtre-Lyrique l’opera «Les Pêcheurs de perles», della quale il noto Hector Berlioz pubblica una critica molto favorevole. Tre anni dopo è la volta di «La Jolie Fille de Perth». E tre anni dopo ancora, nel 1869, a trent’anni, sposa la figlia del suo docente di composizione del Conservatorio nel frattempo deceduto. Geneviève Halévy, che ha vent’anni, appartiene a una famiglia ebrea molto in vista, e tra i suoi parenti conta Ludovic Halévy, che diventerà il librettista di «Carmen». La giovane coppia ha un figlio, Jacques.
Bizet continua la sua carriera componendo vari brani e trascrizioni e nel 1872 compone la musica di scena per «L’Arlésienne» di Alphonse Daudet. La pièce teatrale non riscuote grande fortuna, ma il compositore ne ricava una suite orchestrale il cui successo continua a tutt’oggi (una seconda Suite sarà orchestrata da Ernest Guiraud nel 1872).
Genesi di «Carmen»
Bizet non è felice: le sue opere, benché sempre salutate dalla critica, non costituiscono grandi successi commerciali; è costretto a continuare a insegnare pianoforte ed eseguire lavori vari per gli editori. Sua moglie è di carattere instabile e vanitoso (pare sia lei la figura ispiratrice del personaggio di Carmen) e all’inizio del 1874 lo abbandona. Tornerà qualche mese dopo, ma in seguito entrambi i coniugi condurranno vite sentimentali separate.
È in questo contesto che a Bizet viene commissionato un lavoro «facile e allegro» dall’Opéra-Comique. Nel 1875 il musicista si trasferisce in un paesino sulla Senna, Bougival, per terminare in tranquillità l’orchestrazione di quella che sarà «Carmen», che si rivelerà essere molto lontana dalle aspirazioni dei committenti: 1200 pagine di partitura per un’opera la cui trama è giudicata «indecente» perfino dai cantanti scritturati per eseguirla.
Per banda
Estratti sia da «Carmen» che dalle Suite de «L’arlesienne» si trovano rielaborati per le formazioni bandistiche in varie edizioni, così come altri brani di Georges Bizet.
Morte prima del successo
Il 3 marzo «Carmen» debutta: la prima è un disastro. Pubblico e critica sono scandalizzati dalla storia, e i secondi la condannano sulla stampa. È un brutto colpo per Bizet, che contrae un’angina, e si nasconde a Bougival, dove un bagno nell’acqua ghiacciata della Senna scatena un aneurisma che nella notte tra il 2 e il 3 giugno lo porta all’infarto e alla morte.
Delle sue circa 120 composizioni la più celebre è senza dubbio «Carmen» che, dopo la sua morte, vive una rapida ascesa ovunque: a Vienna Johannes Brahms va ad assistervi ben venti volte. L’opera tornerà a essere eseguita all’Opéra-Comique solo dopo aver trionfato in tutto il mondo. Oggi a portare il nome di Bizet ci sono una scuola di musica nel 20o arrondissement di Parigi e una via nel 16o. La vedova del compositore ha creato un premio a lui intitolato, destinato ai compositori sotto i 40 anni.
«Carmen»
L’opera è un adattamento dell’omonima novella di Prosper Mérimée e l’azione è ambientata a Siviglia all’inizio del XIX secolo. Don José, un giovane brigadiere di servizio in città, incontra l’affascinante zingara Carmen e se ne innamora perdutamente, dimenticando Micaela, la sorella adottiva che voleva sposare. Per accontentare Carmen, diventa un contrabbandiere e vive una vita fuorilegge fino al momento nel quale Micaela viene ad avvisarlo che la madre è morta. Divorato dalla gelosia all’idea di lasciare Carmen sola, Don José deve partire; mentre è lontano, Carmen si innamora del torero Escamillo. È a una sua corrida che Don José, ormai in rovina, ritrova Carmen; le propone di cominciare una nuova vita insieme in un altro paese, e al suo rifiuto la uccide con il suo pugnale.